Definiti Millennials dagli storici William Strauss e Neil Howe alla fine degli anni ’80 - i ragazzi nati tra i primi anni '80 e la metà dei '90 - hanno come caratteristica identitaria quella di essere parte della prima generazione che nella propria età adulta ha dimestichezza con la tecnologia digitale e conosce spontaneamente i codici della comunicazione digitale. E probabilmente (anche se non teorizzata) una naturale curiosità che permette loro di cambiare lavoro spesso e senza grossi sforzi. Secondo l'ultimo Economic Graph, il report annuale di LinkedIn, il ritmo di turn-over negli Usa (da parte di questa generazione) è di 2,85 posti di lavoro nei primi 5 anni dalla laurea, contro una media di 1,6 della generazione precedente. Tra l’altro sempre negli USA i Millennials hanno superato per numerosità la Generazione X, ovvero quella di chi è nato tra il 1960 e il 1979, arrivando a superare gli 80 milioni di persone. La prima immagine che ci balza alla mente da Rotolor è quindi quella di un grandissimo alveare dove tutti sono all’opera, entrano ed escono, senza fermarsi mai e senza mai perdere d’entusiasmo.
La tendenza a cambiare spesso lavoro, definita Job Hopping dai ricercatori americani, sembra rivelare che questa morsa del precariato, che costringe a fare i conti con l’impossibilità di essere autonomi e fare progetti a lungo termine, porti con sé anche una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e addirittura una chiave per fare carriera. Certo, negli Stati Uniti c’è più offerta lavorativa rispetto all’Italia, ma pare che (facendo le dovute proporzioni), sempre secondo gli analisti, la ragione potrebbe anche essere culturale: i Millennials sono più interessati a provare diversi lavori prima di stabilizzarsi. Questo significa non soltanto essere curiosi e mettersi alla prova, ma anche avere un approccio più “imprenditoriale” e meno emotivo con il mondo del lavoro. Della serie quando si dice “di necessità, virtù”. Noi intanto ne approfittiamo per lanciare degli “in bocca al lupo” che #nonfinisconomai a tutti i nostri giovani che ogni giorno si mettono alla prova, lavorando duramente e usando anche un pizzico di cuore.