Dai proverbi delle nonne agli esperti di coaching
Care terrestri, la primavera è finalmente arrivata, e, così come ogni nuova stagione porta il vento di rinnovate consapevolezze, ci tenevo ad arrivare anch’io da Rotolor per regalarvene una nuova: avevano ragione le care nonne quando ci ripetevano il proverbio “sbagliando si impara”. Ebbene sì, i proverbi non li avete solo voi, anche i vecchi saggi del nostro pianeta ne hanno tramandato qualcuno e, se devo essere onesta, quando ero più piccola alla faccenda dell’imparare sbagliando non ci credevo proprio per niente.
Accade, però, che crescendo si cambi idea e soprattutto che questo cambio di idea sia anche supportato "scientificamente”, oddio, forse non proprio scientificamente, ma diciamo che esistono delle teorie di pensiero più che valide a supporto del principio. Si può assolutamente imparare dai propri errori, anzi, è necessario autospronarsi a farlo, e se proprio non ci si riesce da soli affidarsi ad un esperto di coaching potrebbe essere un’ottima opportunità.
Chi sono i life coach? In effetti sono figure piuttosto nuove, nate negli USA principalmente a supporto di alti profili lavorativi e poi diffusasi in tanti altri ambiti, non si tratta necessariamente di psicologi (anche se molti hanno scelto quel tipo di percorso di studi), ma semplicemente di persone che tramite sedute e incontri, singoli o di gruppo, aiutano le persone ad organizzare al meglio la propria vita, ad affrontare le difficoltà con il giusto spirito, e, tra il resto, anche ad approcciarsi all’errore con maggiore positività rispetto al passato.
Il fatto è che tutti siamo stati cresciuti con l’idea di dare il meglio, dover essere perfetti, e siamo stati cresciuti così per colpa di una società che tende a giudicare e non perdonare, di conseguenza anche noi stessi, quando sbagliamo qualcosa, ci auto-assegniamo un giudizio negativo, spesso ci intristiamo, incolpiamo e, nei casi più gravi, deprimiamo… In sostanza, ci dimentichiamo delle parole di nonna, e non impariamo nulla.
Se anche uno come Mark Zuckerberg (sì, proprio lui, Mister Facebook) ha dichiarato qualche tempo fa: “I migliori impiegano la maggior parte del loro tempo a sbagliare”, sarà decisamente il caso di credergli, visto l’impero che è riuscito a costruire in pochi anni. Certo, esistono vari tipi di errori, da quelli commessi nell’ambito lavorativo (o prima nel percorso di studi) a quelli commessi a livello personale, ma la sostanza non cambia, l’errore fa parte della natura umana, è necessario, fin da piccolissimi, essere abituati a riconoscere dove, quando e perché si sbaglia, una volta compreso lo sbaglio si è già a metà della strada per averlo esorcizzato, archiviato e per non commetterlo mai più. Oltre ai life coach sono dello stesso avviso anche numerosi pedagogisti e non dimentichiamoci di una figura chiave nel mondo dell’insegnamento come quella di Maria Montessori, che definiva lo sbaglio il Signor Errore, proprio con le maiuscole, quasi a ribadirne l’importanza nel processo educativo.
Insomma, non voglio di certo dire che nel commettere un errore siamo automaticamente assolti perché abbiamo imparato qualcosa, esiste un percorso dallo sbaglio al suo completo superamento e al suo trarne qualcosa di buono, ma resta il fatto, importantissimo, che commettere sbagli non voglia dire “essere sbagliati”, e chiunque ci faccia sentire in questo modo, dovremmo proprio allontanarlo dalle nostre vite. L’argomento sembra stare a cuore a molti esperti e incuriosire proprio tutti, se voleste approfondire l’argomento esiste anche un libro molto interessante intitolato Mistakes I made at work (Gli errori che ho fatto a lavoro), che raccoglie 25 storie di donne con importanti ruoli di lavoro, donne che hanno raccontato spontaneamente errori, anche gravi, commessi sul posto di lavoro, che non le hanno affatto fermate, ma, anzi, spronate a far meglio e a raggiungere obiettivi ancora più grandi. Più banalmente, si potrebbe dire, utilizzando un altro proverbio amatissimo dalle nonne “sorridi che la vita ti sorride”, e, dunque, deprimersi dopo aver commesso uno sbaglio non fa altro che portare nubi nelle nostre vite, allontanare la positività e metterci a rischio di un nuovo errore.