Care terrestri, inutile negarlo. Tutte voi (o quasi tutte) non appena avete due minuti liberi, accedete al vostro smartphone e controllate nell’ordine: la vostra bacheca Facebook e i messaggi, Whatsapp e le spunte azzurre, gli hashtag più gettonati della giornata su Twitter e, per chi non si fa scappare proprio nulla, le immagini di Instagram che il vostro personaggio preferito ha appena pubblicato. Non si tratta più di un fenomeno sociale relegato ai più giovani o ai più addicted. Si tratta, invece, di un fenomeno di massa, visto che solo in Italia si contano 28 milioni di Active social media Users (utenti attivi su Facebook) secondo i dati emersi dall’ultimo report di WE ARE SOCIAL. Sempre sulla base dei risultati di questo report, l’utilizzo di canali social da dispositivi mobile è in costante crescita: se nel 2015 gli accessi dai soli smartphone erano 22 milioni, nel 2016 sono diventati 24!
Del resto gli italiani maggiorenni che possiedono uno smartphone sono il 62%...inutile quindi far finta di nulla: chi ha in borsetta un cosiddetto telefono intelligente, lo utilizza principalmente per essere social, approdando in massa su Facebook, che risulta la piattaforma social più usata. E allora mi sono chiesta: visto che sulla Terra da secoli si parla di galateo, possibile che non esista un vademecum che indichi il bon ton da tenere sui social? Esiste mie care…esiste eccome!
Poche regole, ma buonissime: così è stato condensato in un libro il galateo di Facebook da due professori dell’Università IULM di Milano. Secondo Grazia Murtarelli ed Emanuele Invernizzi, mantenere una buona reputazione social sta diventando sempre più importante, arrivando a qualificare sia dal punto di vista personale che professionale. Con il libro “#facebook Etiquette” imparerete che è necessario presentarsi bene, scegliere con cura le amicizie ed essere esaustivi ma non prolissi nel raccontare le proprie esperienze. Fondamentale poi è scegliere l’immagine giusta ed evitare di accettare amicizia dalle persone sconosciute. Per quanto riguarda i tag, va rispettata la privacy degli amici. Ed ecco appunto il rispetto, che passa non soltanto attraverso Facebook, ma anche trasversalmente su tutti i canali social:
- la gentilezza prima di tutto. Evitare di insultare persone sconosciute o aziende in cui lavorano centinaia di persone, fomentando odio e generando bruttezza, è sempre un ottimo punto di partenza. Qualcuno che ben conosceva la lingua italiana e gli italiani disse, ricevendo la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” all’Università di Torino, che “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli“. Era Umberto Eco, che riuscì a scatenare un acceso dibattito. Io la penso un po’ come Audry Hepburn: Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili…
- moderate i selfie: pare che esista il numero magico (e massimo) di selfie da pubblicare a settimana. Tre. Tutto il resto è…per dirla con le parole di una canzone: noooiaaaa!
- le note vocali di WhatsApp, diffuse soprattutto tra gli under 35, che troppo spesso diventano un picco di egocentrismo quando ci si accorge che la persona che lascia tracce vocali non ascolta/non legge proprio le nostre risposte. Una valanga di parole a getto continuo senza possibilità di interrompere il flusso. Durata massima di una nota vocale, a meno che sia una canzone/poesia d’amore, 20 secondi.
- attenzione alla lingua italiana. Portatele rispetto, evitando errori ortografici, grammaticali, sintattici. Che, come ci ricorda la magnifica scrittrice-giornalista-copywriter (e molto altro) Annamaria Testa nel suo blog [link all’articolo: http://nuovoeutile.it/soft-power-lingua-italiana/] che “l’italiano, lingua degli angeli per Thomas Mann, è la lingua più romantica del mondo secondo un sondaggio svolto qualche anno fa tra 320 linguisti dall’azienda londinese Today Translations, che offre traduzioni e interpreti in oltre 200 lingue” ed è la quarta (o quinta) lingua più studiata. Tra l’altro non si tratta di scrivere un redazionale bensì un post di un paio di frasi: rileggerli non costa nulla ma vi permette di evitare quei refusi che vi potrebbero costare una figuraccia!